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Il sogno di Scipione By: Pietro Metastasio (1698-1782) |
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IL SOGNO DI SCIPIONE
Azione teatrale allusiva alle sfortunate campagne delle armi
Austriache in Italia, rappresentata la prima volta con musica del
Predieri nel palazzo dell'Imperial Favorita, alla presenza dei
Sovrani, il dì primo ottobre 1735, per festeggiare il giorno di
nascita dell'Imperator Carlo VI, d'ordine dell'Imperatrice
Elisabetta .
ARGOMENTO.
A pochi può essere ignoto Publio Cornelio Scipione, il distruttor di
Cartagine. Fu egli nipote per adozione dell'altro che l'avea resa
tributaria di Roma (e che noi, a distinzione del nostro, chiameremo
sempre col solo prenome di Publio), ed era figliuolo di quell'Emilia
da cui Perseo, il Re di Macedonia, fu già condotto in trionfo. Unì il
nostro Eroe così mirabilmente in sè stesso le virtù dell'avo e del
padre, che il più eloquente Romano volle perpetuarne la memoria nel
celebre sogno da lui felicemente inventato, e il quale ha servito di
scorta al presente drammatico componimento. Cic. in Somn. Scip. ex
Lib. de Repub. VI.
INTERLOCUTORI. SCIPIONE. LA COSTANZA. LA FORTUNA. PUBLIO, avo adottivo di Scipione. EMILIO, padre di Scipione. CORO D'EROI.
[L'azione si figura in Africa nella reggia di Massinissa.]
IL SOGNO DI SCIPIONE [SCIPIONE dormendo, la COSTANZA e la FORTUNA.] FOR.
Vieni e siegui i miei passi,
O gran figlio d'Emilio. COS.
I passi miei,
Vieni e siegui, o Scipion. SCI.
Chi è mai l'audace
Che turba il mio riposo? FOR.
Io son. COS.
Son io;
E sdegnar non ti dei. FOR.
Volgiti a me. COS.
Guardami in volto. SCI.
Oh Dei,
Quale abisso di luce!
Quale ignota armonia! Quali sembianze
Son queste mai sì luminose e liete!
E in qual parte mi trovo? E voi chi siete? COS.
Nutrice degli eroi. FOR.
Dispensatrice
Di tutto il ben che l'universo aduna. COS.
Scipio, io son la Costanza. FOR.
Io la Fortuna SCI.
E da me che si vuol? COS.
Ch'una fra noi
Nel cammin della vita
Tu per compagna elegga. FOR.
Entrambe offriamo
Di renderti felice. COS.
E decider tu dei
Se a me più credi, o se più credi a lei. SCI.
Io? Ma Dee... Che dirò? FOR.
Dubiti! COS.
Incerto
Un momento esser puoi! FOR.
Ti porgo il crine,
E a me non t'abbandoni? COS.
Odi il mio nome.
Nè vieni a me? FOR.
Parla. COS.
Risolvi. SCI.
E come?
Se volete ch'io parli,
Se risolver degg'io, lasciate all'alma
Tempo da respirar, spazio onde possa
Riconoscer sè stessa.
Ditemi dove son, chi qua mi trasse,
Se vero è quel ch'io veggio,
Se sogno, se son desto o se vaneggio. Risolver non osa
Confusa la mente,
Che oppressa si sente
Da tanto stupor. Delira dubbiosa,
Incerta vaneggia
Ogni alma che ondeggia
Fra' moti del cor. COS.
Giusta è la tua richiesta. A parte a parte
Chiedi pure, e saprai
Quanto brami saper. FOR.
Sì, ma sian brevi,
Scipio, le tue richieste. Intollerante
Di riposo son io. Loco ed aspetto
Andar sempre cangiando è mio diletto. Lieve son al par del vento,
Vario ho il volto, il piè fugace;
Or m'adiro e in un momento
Or mi torno a serenar. Sollevar le moli oppresse
Pria m' alletta, e poi mi piace
D'atterrar le moli istesse
Che ho sudato a sollevar. SCI.
Dunque ove son? La reggia
Di Massinissa, ove poc'anzi i lumi
Al sonno abbandonai,
Certo questa non è... Continue reading book >>
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