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L'Endimione By: Pietro Metastasio (1698-1782) |
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L'ENDIMIONE
INTERLOCUTORI DIANA. ENDIMIONE. AMORE in abito di cacciatore, sotto nome d'Alceste. NICE compagna di Diana. [La scena si finge in Caria, nelle falde del monte Latmo]
PARTE PRIMA [DIANA e NICE.] DIA.
Nice, Nice, che fai? Non odi come
Garriscon tra le frondi
De' floridi arboscelli
I mattutini augelli,
Che al rosseggiar del Gange
Escono a consolar l'Alba che piange?
E tu mentre fiammeggia
Su l'Indico orizzonte
Co' primi rai la rinascente aurora,
Placida dormi, e non ti desti ancora,
E poi dirai: son io
Della casta Diana
La fortunata Nice
Compagna cacciatrice?
Lascia, lascia le piume,
Neghittosa che sei; sorgi e raguna
Per la futura caccia
Dai lor soggiorni fuori
Silvia, Aglauro, Nerina, Irene e Clori. NIC.
Tu mi condanni a torto,
Bella Dea delle selve. E quando mai
O per scosceso monte,
O per erta pendice
A seguir l'orme tue fu lenta Nice?
Fra quante a te compagne
Gli strali e l'arco d'or trattaron mai,
Seguace più fedel di me non hai.
Ed or, perchè un momento
Forse più dell'usato
Al sonno m'abbandono,
Neghittosa mi chiami, e pigra io sono? DIA.
Ah Nice, tu non sei
Quale un tempo ti vidi. Or presso al fonte
Ricomponi ed adorni
Fuor del tuo stil con troppa cura il crine;
Erri per le montagne
Solitaria e divisa
Dall'amate compagne;
Più le fere non curi,
Sempre pensi e sospiri, e porti impressi
I nuovi affetti tuoi nel tuo sembiante:
O Diana non sono, o Nice è amante. NIC.
Amante! DIA.
Il tuo rossore
Più sincero del labbro accusa il core. Non ti celar con me;
Un certo non so che
Nel tuo rossor mi dice
Che Nice arde d'amor. Sei rea, se amante sei;
Ma nel celar lo strale
Fai con delitto eguale
Oltraggio al tuo candor. NIC.
Dunque fallace ancora
Tu mi credi... DIA.
Non più, taci, ch'ormai
Per le lucide vie s'avanza in cielo
L'alto Nume di Delo,
E col calido raggio
De' rugiadosi umori
L'erbe rasciuga, e impoverisce i fiori.
Vanne, e pronta al mio cenno
Le compagne risveglia, i veltri aduna
E teco pensa intanto
Che Ninfa a me diletta
Io non vo' che si dica
D'Amor seguace e di Diana amica NIC.
Io taccio alla tua legge:
Ma poi dall'opra mia
Vedrai se amante o cacciatrice io sia. Benchè copra al sole il volto
Basso umore in aria accolto,
Men lucente il sol non è. Tale ancor ne' detti tuoi
Mi condanni e rea mi vuoi;
Ma non perde il suo candore
Il mio core e la mia fè. [DIANA ed AMORE.] AMO.
Bella Diva di Cinto,
Non isdegnar che un pastorello umile
Tuo compagno si faccia e tuo seguace. DIA.
Chi sei tu? Donde vieni? E qual desio
A passeggiar ti tragge
Queste felici piagge? AMO.
Alceste è il nome mio; di Cipro in seno
Apersi i lumi ai primi rai del giorno,
E fin da' mici natali
Fur mio dolce pensier l'arco e gli strali.
Ma perchè di sue prede
Povero ho fatto il mio natìo paese,
Desioso ne vengo a nuove imprese. DIA.
E tu fanciullo ancora
Osi aggravare il mal sicuro fianco
Di pesante faretra, e non t'arresta
Delle fere omicide il dente e l'ira? AMO.
Benchè fanciullo sia,
Questa tenera mano
Un dardo ancor non ha scoccato in vano.
Ben della mia possanza
Darti sicuro pegno
Coll'opre più, che col parlar, mi giova;
Qual io mi sia, te n'avvedrai per prova. DIA.
Orgogliosetto Alceste,
Quel tuo parlar vivace
Troppo ardito mi sembra, e pur mi piace.
Mio compagno t'accetto;
Or tu l'armi prepara,
Pronto mi siegui, e le mie leggi impara... Continue reading book >>
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