Books Should Be Free Loyal Books Free Public Domain Audiobooks & eBook Downloads |
|
La Calandria Commedie del Cinquecento By: Bernardo Dovizi da Bibbiena |
---|
![]()
A CURA
DI
IRENEO SANESI
VOLUME PRIMO BARI
GIUS. LATERZA & FIGLI
TIPOGRAFI EDITORI LIBRAI
1912 PROPRIETÁ LETTERARIA GENNAIO MCMXII 30148
LA CALANDRIA DI BERNARDO DOVIZI DA BIBBIENA
INTERLOCUTORI PROLOGO
ARGUMENTO
FESSENIO servo
POLINICO precettore
LIDIO adulescentulo
CALANDRO
SAMIA serva
RUFFO negromante
SANTILLA
FANNIO servo
FULVIA moglie di Calandro
MERETRICE
FACCHINO
SBIRRI di dogana.
PROLOGO [DEL CASTIGLIONE]
Voi sarete oggi spettatori d'una nova commedia intitulata Calandria :
in prosa, non in versi; moderna, non antiqua; vulgare, non latina.
Calandria detta è da Calandro el quale voi troverrete sí sciocco che
forse difficil vi fia di credere che Natura omo sí sciocco creasse giá
mai. Ma, se viste o udite avete le cose di molti simili, e precipue
quelle di Martino da Amelia (el quale crede la stella Diana essere suo'
moglie, lui essere lo Amen, diventare donna, Dio, pesce ed arbore a
posta sua), maraviglia non vi fia che Calandro creda e faccia le
sciocchezze che vedrete. Rappresentandovi la commedia cose familiarmente
fatte e dette, non parse allo autore usare il verso; considerato che e'
si parla in prosa, con parole sciolte e non ligate. Che antiqua non sia
dispiacer non vi dee, se di sano gusto vi trovate: per ciò che le cose
moderne e nove delettano sempre e piacciono piú che le antique e le
vecchie; le quale, per longo uso, sogliano sapere di vieto. Non è
latina: però che, dovendosi recitare ad infiniti, che tutti dotti non
sono, lo autore, che piacervi sommamente cerca, ha voluto farla vulgare;
a fine che, da ognuno intesa, parimenti a ciascuno diletti. Oltre che,
la lingua che Dio e Natura ci ha data non deve, appresso di noi, essere
di manco estimazione né di minor grazia che la latina, la greca e la
ebraica: alle quali la nostra non saria forse punto inferiore se la
esaltassimo, la osservassimo, la polissimo con quella diligente cura che
li greci e altri ferno la loro. Bene è di sé inimico chi l'altrui lingua
stima piú che la sua propria. So io bene che la mia mi è sí cara che non
la darei per quante lingue oggi si trovano. E cosí credo intervenga a
voi. Però grato esser vi deve sentire la commedia nella lingua vostra.
Avevo errato: nella nostra, non nella vostra, udirete la commedia; ché a
parlare aviamo noi, voi a tacere. De' quali se sia chi dirá lo autore
essere gran ladro di Plauto, lassiamo stare che a Plauto staria molto
bene lo essere rubato per tenere, il moccicone, le cose sua senza una
chiave, senza una custodia al mondo; ma lo autore giura, alla croce di
Dio, che non gli ha furato questo ( facendo uno scoppio con la mano ); e
vuole stare a paragone. E, che ciò sia vero, dice che si cerchi quanto
ha Plauto e troverrassi che niente gli manca di quello che aver suole.
E, se cosí è, a Plauto non è suto rubbato nulla del suo. Però non sia
chi per ladro imputi lo autore. E, se pure alcuno ostinato ciò ardisse,
sia pregato almeno di non vituperarlo accusandolo al bargello; ma vada a
dirlo secretamente nell'orecchio a Plauto. Ma ecco qua chi vi porta lo
Argumento. Preparatevi a pigliarlo bene, aprendo ben ciascuno il buco de
l'orecchio.
PROLOGO [DEL BIBBIENA]
Oh che tranquillo sonno e che piacevol sogno m'ha rotto ser Giuliano con
quella suo' voce da camera, che gli venga il canchero! Se mi donassi il
miglior poder ch'egli abbi, non mi ristorerebbe del piacere che m'ha
tolto svegliandomi. Io dormiva qua come un tasso e sognava d'aver
trovato l'anel d'Angelica; quell'anel, dico, che chi lo portava in bocca
non poteva esser veduto da persona. Pensate or voi, donne mie, se io era
allegro di sí fatta ventura! Io faceva pensiero di andarmene invisibile
alle casse di certi pigoloni avaracci, a' quali non si trarrebbe un
grosso delle mani con le tanaglie di Nicodemo, e quivi volevo fare un
ripulisti di tal sorte che non rimanessi loro un marcio quatrino. In
ogni modo egli è un peccato che cotali miseracci abbin del fiato, poi
che, per non spendere un soldo, tengano a patti quasi di lasciarsi morir
di fame... Continue reading book >>
|
eBook Downloads | |
---|---|
ePUB eBook • iBooks for iPhone and iPad • Nook • Sony Reader |
Kindle eBook • Mobi file format for Kindle |
Text File eBook • Computers • Windows • Mac |
Review this book |
---|