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Lo assedio di Roma By: Francesco Domenico Guerrazzi (1804-1873) |
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ASSEDIO DI ROMA DI F.D. GUERRAZZI SECONDA EDIZIONE RIVEDUTA E CORRETTA DALL'AUTORE LIVORNO TIPOGRAFIA A.B. ZECCHINI 1864.
Proprietà Letteraria di A.B. ZECCHINI E P. LUCCHESI
LO ASSEDIO DI ROMA DI F.D. GUERRAZZI
PROLEGOMENI Roma!
E' corre vecchia fama che Roma sia parola arcana, e significhi Amor ,
ed io ci credo, però che sappia come l'Amore nascesse ad un parto
insieme coll'Odio; ora Roma, appunto rappresenta l'Amore indomato del
sangue latino alla terra latina, e l'Odio religioso contro lo
straniero da qualsivoglia plaga si muova per contaminare la terra
latina. Roma crebbe la sua terra con la polvere degli stranieri: e fu
giustizia; ma poi le piacquero i gaudi della strage, e la voluttà
acre dello imperio del mondo; allora si accese contro lei l'ira di
Dio; i barbari vennero da contrade rimotissime prima a rovesciarla nel
sepolcro, poi a seppellire lo stesso sepolcro. Però che anco sepolta Roma metta spavento. E tuttavia, in fondo del sepolcro sotterrato Roma meditò un'altra
signoria; all'antica rete dalle maglie di ferro sostituiva la rete
sacerdotale dalle maglie di fede, e gittatala su le coscienze
imprigionò da capo molta parte del mondo. Anche questa fu colpa, e più trista della prima, però la
vendetta ne dura più lunga. I padri nostri peccarono e noi portiamo
il peso delle loro iniquità. Veramente ella si merita il saluto di
Niobe delle nazioni; lei a buon diritto appellano madre le anime
desolate; veruna città patì maggiori ingiurie di lei: qui, pure
ieri, al popolo romano plaudente alla libertà il littore francese
disse: basta [1], e il popolo tacque, e qui, mila e mila anni fa, il
soldato gallo che profanò temerario la veneranda canizie del
senatore cadde col cranio fesso dal colpo dello scettro di avorio. [1] Nella relazione scritta da Filodemo dei gesti del Comitato
nazionale romano di cui l'ultimo atto non ha riscontro negli
annali delle infamie politiche, sicchè per trovargli
conveniente paragone è mestieri ricorrere al furto a mano
armata della banca Parodi, e che pure fu visto difeso su pei Diari
la Nazione di Firenze , e la Gazzetta di Torino , in cotesta
relazione, dico, si legge come certa dimostrazione popolesca
fosse ammannita dall'eroico comitato consenziente, o connivente il
padrone di Francia, onde quando parve la dovesse cessare, i
giendarmi andando attorno dicevano: Assez ! Di cui la colpa? Colpa è di coloro i quali mentre Roma, e Venezia
arieno ad essere i punti estremi della cote su cui arrotare il ferro,
e la virtù italiana gittarono dentro lo spazio che intercede tra
una terra e l'altra viltà, avarizia, ogni maniera di malvage
passioni, e ignoranza e ne tramarono il lenzuolo dentro il quale si
avvolgono i popoli diventati cadaveri. I preti quando dintorno rintrona il ruggito del lione tremano, e
fuggono; allorchè poi vedono accostarsi le volpi dicono: perchè
ce ne andremo? Non siamo volpi anche noi? Il crisma del Signore non
fabbrichiamo noi altri? Sicchè, se siamo unti non si domanda nè
anco! Quanto a corone noi ne portiamo tre. I preti ci procedono acerbamente nemici: chi li potrebbe condannare?
Certo non io. Di vero, chi oggi ha in mano il freno d'Italia non li sa
satisfare nè spengere, bensì intende arrostirli a lento fuoco
come san Lorenzo, ovvero scorticarli a mo' di san Bartolommeo; e
questo i preti ben possono con orazioni panegiriche levare a cielo, e
chi lo patì, onde altri lo riverisca, riverire, ma non sostenere
essi. La Chiesa non ha più mestieri di martiri; cessò di essere
militante per diventare trionfante ; se a taluno cui rimase addosso
la vaghezza del martirio vuole cavarsene la voglia se ne va lontano
lontano nelle parti degl'infedeli, però, che tra noi correrebbe il
rischio di trovarsi chiuso in qualche manicomio, ovvero in prigione;
dacchè le coscienze abbiano ad essere libere, e persona deve
possedere la facoltà di turbarle. Ognuno viva tranquillo nella
religione dei suoi padri, nè deve mutarglisi con violenza, o
insidiare con fraudi dove non appaia mostruosa per pratiche nefande;
il che accade solo tra gente selvaggia; lassù in fondo oltre le
stelle vigila per tutti Dio, e le diverse religioni del mondo sono
quasi assise diverse di un medesimo signore, e bandiere di uno stesso
capitano... Continue reading book >>
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