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Nel sogno By: Unknown (1846-1918) |
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NEL SOGNO CON DISEGNO DI G. SEGANTINI MILANO, 1893 LIBRERIA EDITRICE GALLI
DI
C. CHIESA E F. GUINDANI Galleria V. E. 17 80
DIRITTI DI TRADUZIONE RISERVATI Tipografia Bernardoni di C. Rebeschini e C. PARTE PRIMA
L'ASCETA.
"Signore Iddio, vi ringrazio. Siate benedetto, o Signore, nel vostro
splendore e nella vostra oscurità, nel bene che fate e nel male che
permettete, nella rivelazione e nel mistero, in questo mondo e
nell'altro, perché Voi solo sapete. Restino con Voi i cuori puri che
mai non conobbero i turbamenti del peccato; vengano a Voi i cuori
ardenti che la passione tormenta; accoglieteci tutti, mio Dio, nella
vostra misericordia." Sulle ultime parole il prete, che già stava in ginocchio cogli occhi
rivolti al cielo, chinò la testa, e rimase lungamente assorto in
un'estasi mistica. Era il tramonto, ed era la stagione più calda dell'anno. A tanta altezza sopra i viventi il sole calava in uno sfolgorìo
immacolato di raggi, accendendo scintille sulle vette più sporgenti
dei ghiacciai, tracciando strisce purpuree sui fianchi delle montagne,
facendo luccicare a tratti i piccoli rivoli delle sorgenti discendenti
lungo le balze, nel fondo dei burroni, dove già nereggiava il mistero
della notte. Fresca, purissima, imbevuta di aromi resinosi, l'aria traspariva in
mezzo ai boschi d'abete, e, aprendo spazi più chiari nelle chiome
vaporose dei faggi, ne faceva emergere i bianchi e ritti fusti
allineati colla grazia elegante e gracile dì un colonnato greco. Fuori dei boschi, nei cespugli sparsi, nei licheni arrampicanti, nei
grossi ciuffi di rododentro, nelle ágavi, nelle ériche, nelle felci,
nelle macchie brune e sinuose del muschio, nell'atteggiamento rigido
dei rami delle brughiere si disegnavano ombre vaghe di persone oranti,
di braccia erette al cielo, come se dalla natura tutta venisse in
quell'ora e in quel luogo un irresistibile bisogno di preghiera. Tornando ad alzare la fronte, il prete vide tutto ciò. Quei monti,
quel cielo, quegli alberi, quello spazio, erano da molti anni i suoi
amici, i compagni muti eppure intendenti del suo fervido innalzamento
a Dio. Con un placido sguardo egli abbracciò le vette fin le più
lontane, apparenti quasi nubi al disopra delle altre. Un profondo
sentimento d'amore, una parentela misteriosa lo univa a quei colossi
che dalla terra guardavano il cielo. Egli ne sentiva la invitta
potenza; amava la loro saldezza granitica, la purità dei loro marmi e
delle loro nevi. Una tenerezza figliale lo prendeva, man mano che
qualcuna delle vette scompariva nella oscurità; si sarebbe detto che
egli voleva accarezzarle come si accarezza una testa adorata a cui il
sonno sta per chiudere gli occhi. Nessuna melanconia si mesceva a questo saluto che il solitario dava
tutte le sere ai suoi monti; nessuna preoccupazione terrena, nessun
timore per il domani. Semplice e calma, la sua anima riposava nella
natura di cui gli era penetrata in tutte le fibre la placidità
maestosa. Non come uomo perduto in un deserto, ma come simile, vivente
fra i suoi simili, egli intendeva il silenzio dell'ombra. Il raccoglimento degli alberi, il cadere del sasso, il quasi
impercettibile spostamento dei rami, dei sottili fili d'erba al
passaggio di un insetto, gli riempivano il cuore di una dolcezza
traboccante; per cui la sua preghiera era spesso accompagnata da altre
piccole preci, da slanci di riconoscenza e d'amore, da un tenero
delirio e da una compenetrazione così intima della bontà e della
grandezza di Dio che lagrime di consolazione gli scendevano dagli
occhi, e, trovandosele poi sulle mani e sugli abiti, egli non sapeva
più se fossero le lagrime proprie o la stessa rugiada che cadeva dal
cielo sui fili d'erba e sugli insetti. Mormorò a bassa voce: "L'invisibile si è rivelato a me, io sento la
voce della solitudine." Poi si tolse d'in sui ginocchi e stette ritto
colle braccia conserte. Era una piccola figura d'uomo, molto delicata: e, ad onta che la vita
all'aria aperta gli avesse abbronzata ed incartapecorita la pelle,
nelle cavità fra il naso e le guancie, sotto gli occhi, sui polsi gli
biancheggiava la trasparenza degli asceti, ed il profilo che
staccavasi con una assoluta assenza di pastosità in una linea
d'acciaio, la bocca sottilissima, immateriale, gli davano una
somiglianza perfetta coi santi più conosciuti del martirologio
cristiano... Continue reading book >>
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