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Terra Vergine ROMANZO COLOMBIANO di
Anton Giulio Barrili
MILANO FRATELLI TREVES, EDITORI 1903
Quinto migliaio.
PROPRIETÀ LETTERARIA
I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti i paesi, non escluso il regno di Svezia e Norvegia.
A evitare confusioni di bibliografi e di librai, si avverte che questo nuovo romanzo Colombiano, che fa seguito a Le due Beatrici , è lo stesso che sotto il titolo di Cosma e Damiano ebbe una prima pubblicazione nelle appendici del Caffaro di Genova.
Tip. Fratelli Treves.
INDICE
I. In alto mare. II. Getta l'àncora e spera in Dio. III. Di una bella sconosciuta che mandò a Cristoforo Colombo un ramo di spino fiorito. IV. Le maraviglie della terra promessa. V. Il sogno di Damiano. VI. Il primo sigaro fumato nel nuovo mondo da un abitante del vecchio. VII. Si cerca Babeque, si smarrisce la Pinta, e si ritrova Haiti. VIII. Nel quale si ripete su per giù la medesima storia. IX. Come Damiano si persuase di non avere amato mai, prima d'allora. X. Chi piange e chi ride. XI. Come una debolezza di Damiano andasse a finire in una fortezza. XII. Una nave che va, e l'altra che viene. XIII. Come andò che Cosma si risolvesse ad imparare la lingua di Haiti. XIV. In che salsa vanno accomodati gli amici quando ci guastano le uova nel paniere. XV. Come fu inaugurata e presidiata la fortezza del Natale. XVI. Dove può condur le ragazze brune il soverchio amore del biondo. XVII. Come la vista delle Sirene svegliasse l'ingegno di Ulisse. XVIII. In fretta e in furia. XIX. Il commiato.
TERRA VERGINE
Capitolo Primo.
In alto mare.
Quelli de' nostri lettori che mettono il venerdì tra i giorni nefasti, sono pregati a non citare tra gli esempi a conforto della loro opinione il giorno scelto, o accettato da messer Cristoforo Colombo, per dar principio al suo primo viaggio di scoperta. Diciamo la loro opinione, e non la loro superstizione; primieramente perchè non vogliamo essere scortesi con nessuno, e in secondo luogo perchè non crediamo a questa facile asseveranza moderna che gabella per superstizioni le idee di cui non può darsi una ragione. Se dunque i nostri lettori hanno di queste idee, ed amano tenersele, non saremo noi che ci proveremo a combatterle. Uomini insigni con idee di tal fatta ce ne sono stati parecchi, e ce ne saranno ancora, se Dio vuole. Il savio, che vede assumer forma di verità e grado di certezza tante cose che ieri ancora sapevano di bugia, d'invenzione, d'illusione e via discorrendo, non bolla di nomi derisorii le cose che non intende, o che gli paiono escire dalla cerchia delle verità riconosciute: per contro, diffida di queste ultime, non s'impegna a sostenere che saranno verità domani, come sembrano oggi.
Così ragionando, si può ammettere benissimo che ci siano dei giorni nefasti, o per tutti o per qualcheduno. Ma è permesso di credere che il venerdì, tanto calunniato, non sia tra quei giorni. Io, se debbo interrogare la mia particolare esperienza in proposito, ho il venerdì per un giorno buono. E per buono doveva averlo messer Cristoforo Colombo, che la mattina del 3 agosto 1492, essendo un venerdì, si avviava da Palos per il suo viaggio di scoperta, con tre caravelle, quasi con tre gusci di noce, e centoventi uomini d'equipaggio, tra marinai, soldati, ufficiali di bordo e sopraccarichi... Continue reading book >>