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Tristi Amori By: Giuseppe Giacosa (1847-1906) |
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Tristi Amori Commedia in tre atti in prosa. MILANO FRATELLI TREVES, EDITORI 1900. ALL'AMICO PIETRO COSTA SCULTORE Giuseppe Giacosa. PERSONAGGI. L'AVVOCATO GIULIO SCARLI. La signora EMMA. Il Conte ETTORE ARCIERI. L'Avvocato FABRIZIO ARCIERI. Il Procuratore RANETTI. GEMMA bambina di 5 anni. MARTA, domestica. La scena in una piccola Città di provincia. Questa commedia fu rappresentata la prima volta a Roma dalla Compagnia Nazionale al teatro Nazionale nella stagione di Quaresima 1888. PROPRIETÀ LETTERARIA I diritti di riproduzione, di traduzione e di rappresentazione sono riservati per tutti i paesi, non escluso il Regno di Svezia e di Norvegia. È assolutamente proibito di rappresentare questo dramma senza il consenso scritto dell'autore. ( Articolo 11 del Testo unico, 17 settembre 1882 ). ATTO PRIMO. Sala da pranzo in casa dell'avvocato Giulio. SCENA PRIMA. EMMA e FABRIZIO. EMMA siede davanti al caminetto, pensosa. FABRIZIO entra dallo studio, si guarda attorno, viene non avvertito fin dietro di lei, le prende la testa fra le mani, la rovescia verso di sè e la bacia sulla bocca. EMMA. Mi fai morire! FABRIZIO. Dimmi che mi ami; dammi il buon giorno con una parola d'amore! Dimmi che mi ami. EMMA. Ti amo. FABRIZIO. Dimmelo ancora. EMMA. Ti amo, ti amo, ti amo! Sei venuto, sono contenta. FABRIZIO. Non mi aspettavi? EMMA. Ti aspetto sempre! FABRIZIO. Stamane non dovevo venire così presto in studio. I passi mi ci hanno portato. Ogni giorno mi dico: non l'ho mai amata tanto! Sono salito. Non speravo di vederti, volevo essere un momento nella casa ove tu sei. Ma poi Giulio discorreva nel suo gabinetto, non s'è accorto di me: ho sentito qui il tuo passo tranquillo e lento.... Come sei bella! EMMA. Mi vuoi bene? FABRIZIO. Ti amo. EMMA. Mi vuoi anche bene? FABRIZIO. Come facevo a vivere quando non ti amavo? EMMA. Mi vuoi anche bene? FABRIZIO. Lo sai. EMMA. Rispondi. Quando poi tu sei uscito, le tue parole restano qui. Tu hai gli affari che ti distraggono, le mie faccende mi lasciano andar via colla mente e ascoltare la memoria. Quando sono sola ti lascio dire, ti lascio dire, come facevo con te quella sera lassù in montagna che tu avesti paura del mio silenzio e io mi godevo la tua voce. Ma pensa! Tutta la giornata! Bisogna dirmi tante cose che me ne resti, e: tante cose vuol poi dire una cosa sola, non è vero? e ripeterla mille volte come un'orazione. Vai già via? FABRIZIO. Per forza sono salito in furia, non mi posso trattenere. EMMA. Ti rivedrò oggi? FABRIZIO. Non so, spero. EMMA. Lo sai che non sono viva quando tu non ci sei. Stassera? FABRIZIO. Sì: ogni sera uscendo mi prometto di non tornarci mai più e poi la mattina comincio a contar le ore. Non potrei non venire, ma è un tormento! EMMA. E per me! FABRIZIO. Tu puoi tacere: sei lì china sul tuo lavoro, mi senti vicino, mi ascolti parlare e puoi tacere e pensare. Io devo discorrere con Giulio, badare a quello che mi dice, sorridere, ridere, e intanto sento il tuo sguardo e il tuo respiro che mi fanno raccapricciare! EMMA... Continue reading book >>
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